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John Von Neumann: genio poliedrico del XX secolo


John von Neumann nel 1956, pochi anni prima della sua scomparsa.
John von Neumann nel 1956, pochi anni prima della sua scomparsa.

John von Neumann (1903-1957) è stato un matematico e scienziato dal multiforme ingegno, capace di lasciare un segno profondo in campi diversissimi tra loro. Nato a Budapest da famiglia ebrea benestante, mostrò sin da piccolo doti fuori dal comune: a soli sei anni sapeva intrattenere gli ospiti ripetendo a memoria intere pagine dell’elenco telefonico e risolvendo a mente divisioni con numeri a otto cifre​. Da bambino parlava correntemente sei lingue (incluso il greco antico, che usava per scherzare col padre) e i suoi talenti gli valsero l’etichetta di enfant prodige. Crescendo, quel bambino prodigio diventò uno dei più importanti matematici mondiali già a vent’anni, capace di immaginare nuove frontiere scientifiche e di muoversi con disinvoltura tra teoria e applicazione.

Da Budapest a Princeton: un bambino prodigio diventa scienziato

John (nato János Lajos Neumann) crebbe nella vivace comunità scientifica ungherese del primo Novecento. Frequentò il prestigioso ginnasio luterano di Budapest, dove ebbe come compagno un altro futuro Nobel, Eugene Wigner​.

Le sue straordinarie capacità furono subito riconosciute: il suo insegnante di matematica, László Rátz, gli procurò tutor universitari per nutrire il suo talento già in gioventù​.

Suo padre, banchiere di successo, inizialmente non era entusiasta all’idea di una carriera puramente matematica per il figlio, ritenendola poco redditizia. Per questo John trovò un compromesso e studiò in parallelo ingegneria chimica e matematica: a 22 anni ottenne la laurea in ingegneria chimica al Politecnico di Zurigo e il dottorato in matematica a Budapest​.

Nel frattempo, aveva già pubblicato articoli brillanti in matematica pura, soprattutto in teoria degli insiemi (studi su cui costruirà poi la teoria degli insiemi a fondamento della matematica moderna).

Trasferitosi in Germania per specializzarsi, von Neumann prese parte al celebre circolo di Götingen, guidato da David Hilbert, dove contribuì ai fondamenti della logica matematica e della meccanica quantistica​. A soli 24 anni era già noto nell’élite scientifica europea. Nel 1930 venne invitato come docente a Princeton, negli Stati Uniti​. Qui, pur non essendo un insegnante convenzionale (si dice che riempisse la lavagna di calcoli velocissimi cancellandoli prima che gli studenti riuscissero a copiarli!​, conquistò i colleghi con la sua genialità. Nel 1933 divenne uno dei primi professori dell’Institute for Advanced Study di Princeton, accanto a mostri sacri come Albert Einstein​. Di carattere estroverso e amante delle feste, in America fu presto soprannominato affettuosamente “Johnny”​. In questi anni costruì solide amicizie nella comunità scientifica e pose le basi di molte sue idee rivoluzionarie.

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Inventare nuovi campi: dalla matematica pura alla teoria dei giochi

Fin dagli anni Venti, von Neumann fu pioniere nell’esplorare territori inesplorati della matematica. Oltre a lavori di rilievo in settori astratti come l’algebra degli operatori (oggi note come algebre di von Neumann) e la topologia, ebbe l’intuizione che la matematica poteva applicarsi anche alle scienze sociali e al comportamento umano​. Da questa visione nacque la sua idea più originale: la teoria dei giochi. A soli 25 anni pubblicò un articolo seminale, Zur Theorie der Gesellschaftsspiele (1928), in cui gettò le fondamenta matematiche di questa teoria nascente, includendo il celebre teorema del minimax. In pratica, von Neumann modellò situazioni di conflitto e strategia (come una partita a poker) attraverso la matematica, cercando di trovare strategie ottimali per “giocatori” razionali. La novità era considerare elementi come il bluff e l’incertezza: in giochi come il poker, la mossa migliore implica talvolta il rischio e l’imprevedibilità, aspetti assenti negli scacchi o nella roulette​. Negli anni successivi von Neumann continuò ad approfondire queste idee e, insieme all’economista Oskar Morgenstern, pubblicò nel 1944 il trattato Theory of Games and Economic Behavior, che applicava la teoria dei giochi all’economia e rese questa disciplina conosciuta al mondo. Oggi la teoria dei giochi ha applicazioni vastissime (dall’economia alla biologia, fino all’informatica e all’intelligenza artificiale), e il lavoro pionieristico di von Neumann in questo campo continua a essere fondamentale.


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La scienza in guerra: il Progetto Manhattan e la bomba atomica

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, von Neumann decise di mettere le sue formidabili capacità al servizio degli Alleati. Divenuto cittadino americano nel 1937​, fu reclutato come consulente per l’esercito degli Stati Uniti. Nel 1943 entrò a far parte del segretissimo Progetto Manhattan, lavorando insieme ad altri scienziati alla realizzazione della prima bomba atomica​. Von Neumann era un esperto di fisica dei fluidi e onde d’urto derivante dai suoi studi matematici: aveva già applicato queste competenze allo studio di esplosivi convenzionali per gli Inglesi, e a Los Alamos le impiegò per risolvere un problema cruciale – come innescare una detonazione nucleare efficace​. Contribuì infatti alla messa a punto del meccanismo a implosione della bomba al plutonio (usando speciali lenti esplosive per comprimerne il nucleo)​. I suoi calcoli sulle onde d’urto aiutarono a progettare l’ordigno “Fat Man”, poi utilizzato su Nagasaki.

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La caratteristica nube a fungo sollevata dall’esplosione del primo test nucleare “Trinity” (16 luglio 1945) nel deserto del New Mexico, durante il Progetto Manhattan​. Von Neumann assistette in prima persona a questo test atomico e fornì consigli su come massimizzare l’onda d’urto delle esplosioni.

Il coinvolgimento di von Neumann nel progetto della bomba atomica era motivato anche dal suo odio profondo per il nazismo e, in seguito, dal timore verso l’espansionismo sovietico​. Non a caso fu proprio lui a suggerire il modo di sganciare la bomba atomica su Nagasaki in modo da causare il massimo danno possibile​. Dopo la guerra, divenne persino un acceso sostenitore della dottrina secondo cui gli Stati Uniti avrebbero dovuto anticipare l’Unione Sovietica con un attacco nucleare preventivo, per scongiurare il “pericolo rosso” prima che fosse troppo tardi​. Queste posizioni estremiste, figlie del clima teso della nascente Guerra Fredda, mostrano il lato più controverso della sua personalità. Eppure, anche in ambito bellico, von Neumann fu capace di generare innovazioni positive: durante il lavoro a Los Alamos contribuì a sviluppare nuovi metodi matematici, come vedremo, e mostrò come la logica rigorosa potesse applicarsi perfino all’analisi strategica dei conflitti (fu tra i primi ad applicare la teoria dei giochi alla pianificazione militare)​.

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Dalle simulazioni casuali ai computer: il metodo Monte Carlo e l'architettura von Neumann

L’esperienza a Los Alamos proiettò von Neumann verso un nuovo orizzonte: quello delle calculatrici elettroniche. Nel 1944 venne a sapere che nei laboratori balistici americani si stava costruendo un macchinario in grado di eseguire centinaia di operazioni al secondo​. Incuriosito, andò a vedere con i propri occhi il gigantesco ENIAC, uno dei primissimi computer, allora un mostro di 30 tonnellate a valvole e interruttori​. Capì immediatamente che quelle macchine potevano rivoluzionare il modo di fare scienza. Tuttavia, le prime calcolatrici elettroniche avevano grossi limiti: erano quasi prive di memoria e dovevano essere riconfigurate manualmente a ogni nuovo problema​. Von Neumann intuì che serviva un modo per renderle più flessibili e “intelligenti”, permettendo di immagazzinare le istruzioni al loro interno. Sviluppando un’idea teorica del logico Alan Turing, propose di far sì che il computer conservasse i programmi in memoria, al pari dei dati, in modo da poterli modificare facilmente senza dover ricablare la macchina​. Nel 1945 scrisse un famoso rapporto, First Draft of a Report on the EDVAC, in cui descrisse questa nuova architettura di computer​. Nacque così l’architettura di von Neumann,

Architettura di Von Neumann
Architettura di Von Neumann

il modello sul quale sono basati praticamente tutti i computer moderni: una macchina in cui dati e istruzioni convivono in memoria e l’unità di calcolo esegue le operazioni in sequenza, leggendo le istruzioni una dopo l’altra. Questo principio oggi può sembrare ovvio, ma all’epoca fu un’idea rivoluzionaria, e permise di passare da calcolatori “ingessati” a computer programmabili a piacimento​. Von Neumann, insomma, è a pieno titolo uno dei padri dell’informatica, al pari di figure come Turing o Claude Shannon​. Parallelamente, negli stessi anni, von Neumann diede un altro contributo destinato a lasciare un segno indelebile: il metodo Monte Carlo. Mentre studiava le complesse reazioni nucleari per la bomba H, collaborò con il collega Stanislaw Ulam a un approccio del tutto nuovo per risolvere problemi scientifici tramite i calcolatori. L’idea nacque nel 1946, quando Ulam – giocando a solitario mentre si riprendeva da una malattia – si domandò se non fosse più facile stimare le probabilità di vincita provando e riprovando il gioco centinaia di volte, piuttosto che calcolarle teoricamente​. Con i nuovi computer, questo approccio basato sul caso diventava possibile. Ulam propose il concetto a von Neumann e insieme iniziarono a sperimentarlo su problemi di diffusione neutronica, cruciali per le armi nucleari​. Poiché il lavoro era segreto, usarono in codice il nome di un famoso casinò – Monte Carlo – alludendo all’elemento di azzardo nelle simulazioni​. In pratica, il metodo Monte Carlo consiste nel simulare al computer un fenomeno molte volte, usando numeri casuali, per approssimare la soluzione di problemi troppo complessi per una soluzione esatta. Questo metodo, sviluppato intenzionalmente per la prima volta a Los Alamos da Ulam e von Neumann​, si rivelò potentissimo. Dalle scienze fisiche passò poi a tutti i campi: oggi Monte Carlo è impiegato in finanza, meteorologia, biologia e ovunque si usino simulazioni al computer per prendere decisioni in condizioni di incertezza. Ancora una volta, von Neumann aveva contribuito a inventare un modo nuovo di fare scienza.

ENIAC
ENIAC

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L’eredità di von Neumann: tra scienza, etica e potere

John von Neumann morì prematuramente nel 1957, a soli 53 anni, per un cancro (forse dovuto anche all’esposizione alle radiazioni durante i test nucleari che seguì di persona​). Fino all’ultimo continuò a lavorare su idee avveniristiche – ad esempio sugli automi cellulari, precursori della vita artificiale, immaginando programmi capaci di riprodursi da soli​. Se n’è andato lasciandoci un’eredità immensa. Ancora oggi ogni computer che usiamo segue il paradigma da lui concepito, la teoria dei giochi influenza economia e strategie geopolitiche, e il metodo Monte Carlo permette previsioni dal clima all’economia. Von Neumann viene giustamente celebrato come uno dei più grandi scienziati del XX secolo​. Eppure, la sua figura porta con sé anche dilemmi morali importanti. La stessa brillante mente che elaborava teorie matematiche eleganti sapeva anche progettare armi terribili e scenari di distruzione di massa. Per il suo ruolo nelle vicende belliche e nella corsa agli armamenti nucleari, alcuni lo hanno definito un “genio del male”​. Questa definizione è forse estrema, ma solleva interrogativi cruciali. Von Neumann incarnò come pochi il potere della scienza: un potere in grado di migliorare il mondo – pensiamo ai computer – ma anche di distruggerlo – pensiamo alle bombe atomiche. La sua vita ci invita a riflettere sul rapporto tra scienza, etica e potere: fino a che punto è lecito spingersi nel mettere il genio scientifico al servizio di scopi militari o politici? Le sue scelte mostrano che il confine tra uso benefico e uso distruttivo del sapere può essere sottile. Sta alle nuove generazioni di scienziati (come voi studenti di oggi, futuri protagonisti) imparare da queste lezioni: coltivare la curiosità e l’ingegno multidisciplinare di von Neumann, ma unendoli a una profonda responsabilità etica, affinché le conquiste della scienza siano messe al servizio dell’umanità e della pace, e non della sua distruzione.

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QUIZ

  1. Quali furono alcune delle prime dimostrazioni del talento precoce di John von Neumann da bambino?

  2. Descrivi il percorso formativo di von Neumann, evidenziando le istituzioni che frequentò e i titoli che conseguì.

  3. Qual è stata la principale intuizione alla base della teoria dei giochi sviluppata da von Neumann?

  4. Spiega brevemente il contributo di von Neumann al Progetto Manhattan durante la Seconda Guerra Mondiale.

  5. Qual era il problema cruciale relativo alle prime calcolatrici elettroniche che von Neumann contribuì a risolvere?

  6. Descrivi in termini semplici il concetto fondamentale dell'architettura di von Neumann per i computer.

  7. Qual è l'idea chiave alla base del metodo Monte Carlo e in quale contesto storico è nato?

  8. Quali sono alcuni campi in cui la teoria dei giochi di von Neumann trova oggi applicazione?

  9. Quali sono alcuni esempi dell'eredità duratura di von Neumann nella scienza e nella tecnologia contemporanee?

  10. Qual è il principale dilemma etico sollevato dalla figura e dal lavoro di John von Neumann?


SAGGIO

  1. Analizza l'impatto della formazione multidisciplinare di John von Neumann (matematica e ingegneria chimica) sul suo approccio alla risoluzione dei problemi e sulle sue innovative scoperte scientifiche.

  2. Discuti l'importanza della teoria dei giochi di von Neumann, evidenziando come ha trasformato la comprensione del comportamento strategico e quali sono le sue principali implicazioni in diversi campi del sapere e della pratica.

  3. Valuta criticamente il coinvolgimento di John von Neumann nel Progetto Manhattan, esaminando le motivazioni alla base della sua partecipazione e le implicazioni etiche del suo contributo allo sviluppo della bomba atomica.

  4. Esplora il contributo fondamentale di John von Neumann allo sviluppo dell'informatica moderna, analizzando l'importanza dell'architettura di von Neumann e del metodo Monte Carlo e il loro impatto sulla scienza e sulla tecnologia contemporanee.

  5. "Un genio del male": discuti questa definizione attribuita a von Neumann alla luce dei suoi successi scientifici e del suo coinvolgimento in progetti militari, riflettendo sul rapporto tra scienza, etica e responsabilità sociale.

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