top of page

Perché si usano i gradi per misurare sia la temperatura che gli angoli?


Avete mai notato che la temperatura e gli angoli — due grandezze che non potrebbero sembrare più diverse — si misurano entrambe in gradi, usando lo stesso simbolo: °.

Da una parte abbiamo il freddo e il caldo, fenomeni fisici legati all’agitazione delle particelle, misurati in gradi Celsius o Fahrenheit. Dall’altra, abbiamo l’ampiezza angolare, un concetto matematico, geometrico, che scandisce la rotazione di un raggio intorno a un punto, espresso sempre in gradi, minuti e secondi.

Ma com’è possibile che due cose tanto diverse si misurino con lo stesso simbolo? E da dove viene quella piccola pallina in alto che chiamiamo “grado”?

Preparati: la risposta è un viaggio tra Babilonesi, astronomi, termometri del Settecento e un po’ di logica linguistica che forse non ti aspetti.


Una questione di "passi"


Termometro
Termometro

Partiamo dalla parola: grado. In latino si diceva gradus, che significava semplicemente “passo”, “scalino”. E già qui troviamo un primo indizio: sia l’angolo che la temperatura si misurano con unità che rappresentano un avanzamento su una scala.

  • Un grado angolare è un passo nella rotazione.

  • Un grado termico è un passo in una scala di temperatura.

Insomma, tutto torna: stiamo salendo (o scendendo) una scala. Ma come sono nate queste scale?


Goniometro
Goniometro

Gli angoli e i Babilonesi

L’idea di dividere il cerchio in 360 gradi ci arriva da lontano: dai Babilonesi, che avevano un debole per il numero 60. Non per caso: 60 ha diversi divisori ed è funzionale. Così, dividevano un cerchio in 360 parti, ciascuna detta "grado", poi ogni grado in 60 “minuti” (′) e ogni minuto in 60 “secondi” (″).

Il simbolo ° è arrivato molto dopo. Fino al Rinascimento, si scriveva gradus o gradi per esteso. Poi, nella seconda metà del Cinquecento, qualcuno — probabilmente un astronomo con la necessità di fare in fretta — ha avuto l’idea geniale: usare una piccola o in apice. In effetti, assomiglia a uno zero, no?

Quel cerchietto, minuscolo e in alto, divenne universale tra gli scienziati del tempo: Keplero, Galileo, Newton lo adottarono nei testi e nei calcoli. Da lì, il simbolo si è diffuso, si è consolidato e — sorpresa — ha trovato un secondo impiego in un ambito del tutto diverso.


Cartina geografica - Babilonia
Cartina geografica - Babilonia


Il calore e i termometri

Nel frattempo, nel XVII secolo, nascevano i primi strumenti per misurare la temperatura. Il termometro di Galileo, poi le scale di Fahrenheit, Celsius, Réaumur. E qui accadde qualcosa di curioso.

Quando si trattò di dare un nome agli intervalli della scala termometrica, che parola usarono gli scienziati?

Henry Cavendish
Henry Cavendish

Esatto: gradi. Anche qui si trattava, in fondo, di “passi” su una scala. Un concetto che già il termine latino gradus conteneva in sé. Così, anche la temperatura venne misurata in gradi: gradi Celsius, gradi Fahrenheit, gradi Réaumur…

E il simbolo °? All’inizio, nessuno lo usava per la temperatura. Si scriveva tutto per esteso: “32 gradi Fahrenheit”. Ma alla fine del Settecento, anche grazie al fisico Henry Cavendish, cominciò a comparire quel simpatico cerchietto: 30 °F, 25 °C. Lo stesso dei gradi angolari.


Quindi… sono la stessa cosa?

Ovviamente no. Un grado angolare è una misura sessagesimale: 1/360 di un giro completo. Un grado termico è una quantità reale: una differenza fisica di energia termica tra due stati. Ma il simbolo è lo stesso, per una ragione storica e linguistica: condividevano l’idea di “gradino”, di passo misurabile. In un mondo scientifico che stava cercando di mettere ordine alle misure, usare lo stesso termine e lo stesso simbolo aveva una logica.


Curiosità finale: il grado Kelvin… non ha il °

Lord Kelvin
Lord Kelvin

Avete presente la temperatura assoluta, quella che parte dallo zero assoluto, -273,15 °C? Si misura in kelvin, simbolo K. Ma attenzione: non si dice "gradi kelvin", e non si scrive “°K”.

Dal 1967, il kelvin è un'unità del Sistema Internazionale. È una scala assoluta, non relativa, e per questo non si considera “a gradini”, ma una misura diretta di energia. E così, anche simbolicamente, ha rinunciato al cerchietto.

Questa scala "rivoluzionaria" prende il nome dal suo ideatore William Thomson, meglio noto come Lord Kelvin.





Conclusione: una storia di convenzioni e intuizioni

Ci piace pensare che la scienza sia tutta precisione e rigore, ma a volte è anche figlia della comodità, della tradizione e dell’intuizione. Il simbolo °, così piccolo da sembrare insignificante, è in realtà un testimone del modo in cui l’uomo ha cercato di mettere ordine nel mondo, un “passo” alla volta.

E la prossima volta che sentirai dire “oggi ci sono 30 gradi” o che misurerai un angolo di 90°, magari ti verrà da sorridere: due grandezze diverse, un solo simbolo — e un lungo cammino condiviso.


🗣️ Ascolta l'articolo 🔉

Mappa Storica
Mappa Storica

Comments


bottom of page